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Avvistare un airone Testanera alle nostre latitudini è un evento raro

Cerca con costanza e determinazione il luogo in cui stabilire la sua dimora e quando lo trova vi rimane a lungo, incurante del cambiare del clima e del susseguirsi delle stagioni.

Il suo volo è lento e maestoso

Attende immobile le sue prede, mantiene la posizione. 
Ma è un’immobilità solo apparente: si prepara senza sosta.
Così al momento giusto, si fa trovare pronto.

Avvistare un airone Testanera alle nostre latitudini è un evento raro

Cerca con costanza e determinazione il luogo in cui stabilire la sua dimora e quando lo trova vi rimane a lungo, incurante del cambiare del clima e del susseguirsi delle stagioni.

Il suo volo è lento e maestoso

Attende immobile le sue prede, mantiene la posizione. 
Ma è un’immobilità solo apparente: si prepara senza sosta.
Così al momento giusto, si fa trovare pronto.

TESTANERA

RISERVA 2016

BRUT

Dopo un lungo affinamento in bottiglia, nasce Testanera Riserva 2016 Brut.
Una Riserva dalla straordinaria complessità ed eleganza gustativa e olfattiva. 

Un Franciacorta raro, come l’airone da cui prende il nome e l’annata che gli ha dato forma.

TESTANERA

RISERVA 2016

BRUT

Dopo un lungo affinamento in bottiglia, nasce Testanera Riserva 2016 Brut.
Una Riserva dalla straordinaria complessità ed eleganza gustativa e olfattiva.

Un Franciacorta raro, come l’airone da cui prende il nome e l’annata che gli ha dato forma.

La storia di Testanera inizia nel 2016 in Franciacorta, alle pendici del Monte Orfano

Nei primi giorni di aprile le viti hanno cominciato – come consueto – a germogliare.

A maggio il tempo è cambiato e le temperature si sono fatte più rigide: per difendersi e sopravvivere, le piante hanno fatto cadere i propri fiori.

La colatura ha inciso sugli acini, la cui buccia è diventata più spessa: e poiché i profumi si concentrano proprio nella buccia, la natura ha portato in dote a Testanera una prima ricchezza olfattiva.

La storia di Testanera inizia nel 2016 in Franciacorta, alle pendici del Monte Orfano

Nei primi giorni di aprile le viti hanno cominciato – come consueto – a germogliare.

A maggio il tempo è cambiato e le temperature si sono fatte più rigide: per difendersi e sopravvivere, le piante hanno fatto cadere i propri fiori.

La colatura ha inciso sugli acini, la cui buccia è diventata più spessa: e poiché i profumi si concentrano proprio nella buccia, la natura ha portato in dote a Testanera una prima ricchezza olfattiva.

Ad agosto, la Franciacorta ha dato un’ulteriore prova della sua eccezionale vocazione alla viticoltura

Dopo Ferragosto, quando la vendemmia era ormai prossima, la stagione ha portato alle viti il secondo grande regalo: forti escursioni termiche.
La bacca ha sigillato di notte tutti gli aromi sintetizzati durante il giorno. 

Già in vigna, la natura ha arricchito Testanera di aromi e profumi straordinari.
La vendemmia, fatta rigorosamente a mano in piccole cassette, ha preservato l’uva da fermentazioni precoci e non controllate, dovute al peso del mosto.

Stagione dopo stagione Testanera è mutato, si è arrotondato e ammorbidito

Il vino ha dimorato in cantina ben oltre il tempo che il disciplinare prevede per le riserve.
Ad agosto il passaggio nelle vasche d’acciaio per la prima fermentazione, poi da maggio dritto in bottiglia per la seconda.

Per quasi 72 mesi Testanera è sembrato immobile, ma era solo apparenza: perché il lievito ha iniziato a fare il suo lavoro per donare alla Riserva le sue caratteristiche e il suo perlage.

Durante questo periodo, un’operazione manuale ha arricchito ulteriormente il vino: il bâtonnage. Una volta al mese, un cantiniere ha preso – una ad una – le bottiglie e le ha girate da una parte all’altra: il lievito costantemente in sospensione non si è stratificato né sedimentato, e ha rilasciato composti preziosi.

Stagione dopo stagione Testanera è mutato, si è arrotondato e ammorbidito

Il vino ha dimorato in cantina ben oltre il tempo che il disciplinare prevede per le riserve.
Ad agosto il passaggio nelle vasche d’acciaio per la prima fermentazione, poi da maggio dritto in bottiglia per la seconda.

Per quasi 72 mesi Testanera è sembrato immobile, ma era solo apparenza: perché il lievito ha iniziato a fare il suo lavoro per donare alla Riserva le sue caratteristiche e il suo perlage.

Durante questo periodo, un’operazione manuale ha arricchito ulteriormente il vino: il bâtonnage. Una volta al mese, un cantiniere ha preso – una ad una – le bottiglie e le ha girate da una parte all’altra: il lievito costantemente in sospensione non si è stratificato né sedimentato, e ha rilasciato composti preziosi.

A 60 mesi, Testanera non aveva ancora esaurito il suo potenziale di invecchiamento

Immerso nel buio e nel silenzio della cantina, ha proseguito il suo viaggio a contatto con i lieviti per un altro anno, ha continuato a mutare, si è arricchito di aromi di pregio, ha acquisito volume e spessore.

Un’attesa lunga e operosa che è proseguita oltre la sboccatura: prima di essere pronto per la vendita, Testanera si è preso ancora un po’ di tempo per riassestarsi e ricostruire il suo equilibrio.

A 60 mesi, Testanera non aveva ancora esaurito il suo potenziale di invecchiamento

Immerso nel buio e nel silenzio della cantina, ha proseguito il suo viaggio a contatto con i lieviti per un altro anno, ha continuato a mutare, si è arricchito di aromi di pregio, ha acquisito volume e spessore.

Un’attesa lunga e operosa che è proseguita oltre la sboccatura: prima di essere pronto per la vendita, Testanera si è preso ancora un po’ di tempo per riassestarsi e ricostruire il suo equilibrio.

Al termine del suo viaggio lento e insieme maestoso, Testanera si è presentato all’assaggio pronto a colpire l’immaginazione

Perché si percepiscono tante sensazioni, tutte diverse tra loro: ne inseguiamo una, ne scoviamo altre cento. Proviamo a dividerle e si moltiplicano.

Si ravvisano i fiori bianchi, il mango, l’ananas maturo: una ricchezza di sentori, propria dell’uva Chardonnay, che evolve in frutta fresca e matura, anche tropicale.
Poi c’è la frutta secca, tipica degli Chardonnay di lungo affinamento.
Ma c’è tanto altro: profumi e aromi si rincorrono, cambiano nel corso della degustazione, è difficile separarli, dare loro un nome.

Complessità, finezza ed eleganza

Le bollicine eleganti e finissime - “tecnicamente” merito delle mannoproteine rilasciate dai lieviti in sospensione - intensificano queste sensazioni, innescano in bocca l’esplosione del gusto, danno ampiezza e volume al bicchiere.
Una sorprendente freschezza, nonostante il lungo affinamento.
Un perfetto equilibrio tra morbidezza e acidità.

È questa l’essenza di Testanera: trabocca in ogni bicchiere, ma sprigiona piano piano il suo incredibile potenziale. Perché una Riserva si prende il suo tempo sempre, anche per conquistarci.

Complessità, finezza ed eleganza

Le bollicine eleganti e finissime - “tecnicamente” merito delle mannoproteine rilasciate dai lieviti in sospensione - intensificano queste sensazioni, innescano in bocca l’esplosione del gusto, danno ampiezza e volume al bicchiere.
Una sorprendente freschezza, nonostante il lungo affinamento.
Un perfetto equilibrio tra morbidezza e acidità.

È questa l’essenza di Testanera: trabocca in ogni bicchiere, ma sprigiona piano piano il suo incredibile potenziale. Perché una Riserva si prende il suo tempo sempre, anche per conquistarci.

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